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martedì 21 febbraio 2017

DA COSA PASSA IL RICONOSCIMENTO DELLA PROFESSIONALITÀ DELL’OPERATORE SOCIALE?

La legge Iori-Binetti 2656 è giunta all'ultimo passaggio della sua approvazione definitiva in parlamento.
Cosa succederà da qui in avanti? Che finalmente la categoria dei lavoratori del sociale assumerà un nuovo riconoscimento all'interno del mercato del lavoro e dei Servizi? Che verrà definito chi sono, cosa fanno, quanto necessari sono? Che ci saranno nuovi investimenti, pubblici e privati, sui Servizi territoriali? Che il nostro contratto nazionale, scaduto ormai dal 2012, verrà preso finalmente in considerazione e si stabilirà un salario dignitoso per una categoria sfruttata e sottopagata? Che finalmente, con la definizione di un curriculum formativo universitario la nostra professione e la nostra categoria di lavoratori possano acquisire la meritata dignità sociale?
Queste sembrano le volontà sottese, eppure siamo molto preoccupati da quello che ci attende, a fronte delle insoddisfacenti risposte sulla reale attuazione e il reale impatto che la legge Iori-Binetti porterà nel lavoro quotidiano.
Più ci guardiamo attorno e più questa proposta di legge ci appare in contraddizione con la realtà dei Servizi alla persona e con le condizioni professionali di chi ci lavora in esso.
Una realtà che vede educatori scolastici che lavorano senza un’equipe e con ore di programmazione tendenti a zero, educatori abbandonati sul territorio a gestire gruppi in solitudine, senza una sede, un luogo fisso in cui poter svolgere le attività, colleghi che per mesi non vengono pagati, che fanno turni di notte “passivi”, non retribuiti, educatori che utilizzano le loro molteplici competenze per poter offrire un lavoro di qualità. Tutto questo in una realtà che continua a seguire la logica delle esternalizzazioni al ribasso e si concretizza in situazioni di grave precarietà lavorativa, rispetto ad un sempre maggior bisogno di risposte sociali ed educative. Non possiamo fare altro che chiederci se non siano proprio queste condizioni, così profonde e incancrenite da non essere più notate come invalidanti, a togliere la dignità non solo alla professione di operatore sociale, ma anche a chi stesso la svolge.
Nella complessità del “Welfare-Wild-West”, fa nascere dubbi e domande l'avvento di una legge che risulta slegata dal contesto in cui lavoriamo e dalla concretezza delle condizioni. Una legge che parla di università, di crediti e di mansioni ulteriori da acquisire, mai di tutele e riconoscimenti per i lavoratori, rischiando altresì di aggiungere ulteriori oneri economici ad una delle categorie in assoluto meno pagate in Italia.
Non riteniamo sia sbagliato puntare sulla formazione e sulla professionalizzazione degli educatori, tutt’altro, ma perché non investire sul diritto di formazione, sugli obblighi formativi annuali e non valorizzare in maniera ufficiale i percorsi di formazione continua? Perché rinforzare e riconoscere solo e soltanto i percorsi universitari come professionalmente formativi, consolidando sempre più gli interessi politici ed economici dell’accademia, anche in relazione alla fallita unificazione dei percorsi formativi in ambito sociale e sanitario, ignorando quindi le direttive europee?
Quest’ultimo punto ci sembra infatti l’elemento più contraddittorio e difficile da accettare della proposta di legge, insieme all’irrispettosa scelta, a cui finora nel concreto ufficialmente mai è stata proposta un’alternativa, di scaricare sulle spalle del singolo lavoratore l’onere economico del corso universitario obbligatorio da 60 crediti, previsto per chi, da norme transitorie, vorrà prendere l’equipollenza.
Il primo riconoscimento che serve alla categoria degli educatori è certo il riconoscimento della professionalità, ma non limitato al percorso accademico precedente allo svolgimento della professione, bensì di pari passo esteso obbligatoriamente ad un adeguato riconoscimento economico, bilanciato anche alla richiesta vincolante di un titolo di laurea e in linea con gli altri paesi europee paragonabili per livello economico e costo della vita al nostro, ed al miglioramento delle condizioni di lavoro e della qualità dei servizi.
Ricentriamo il dibattito su quello che veramente manca, da decenni, nel settore del lavoro sociale: un investimento in termini economici e di pensiero, che possa garantire veramente condizioni di lavoro dignitoso e un servizio di qualità per l’intero tessuto sociale.
L’affermazione forte del nostro bisogno di senso, rispetto, valore e qualità, come educatori, lavoratori e persone, passa già attraverso un dialogo aperto, confronti e dibattiti sui territori, attraverso insomma una linea di discussione che attraversa l’intero paese e costruisce un’unità e una mobilitazione nazionale che si sta preparando ad emergere in maniera prorompente.
Rete Nazionale Operatori Operatrici Sociali.

martedì 14 febbraio 2017

SPORTELLO D'ASCOLTO PSICOLOGICO PROMOSSO DAGLI EDUCATORI UNITI CONTRO I TAGLI

E' attualmente operativo lo "Sportello di ascolto psicologico per
lavoratori del sociale", costruito dagli Educatori Uniti Contro i Tagli
insieme alla Dottoressa Serena Saggiomo e Sara Loffredo.
Un piccolo primo passo per diffondere la cultura del benessere e della
tutela psicologica di professioni emotivamente faticose, troppo spesso
abbandonate a se' stesse.
Si accede ai colloqui prenotandosi al numero 3205739784 oppure
3391800060
Scrivendo all'email sportellodascoltoeucit@gmail.com
Lo sportello è gratuito ed è aperto da Gennaio 2017
tutti i Martedì presso gli spazi del TPO ( via Casarini 17/5) dalle
18:00 alle 21.30.
Cosa non è:
- Non è uno spazio di psicoterapia personale né uno spazio per
"curare" dei disturbi.
- Non è un momento che sostituisce le supervisioni singole o di Equipe
che dovrebbe offrirti la cooperativa.
Cosa può essere:
- uno spazio neutro e imparziale di riflessione sui vissuti personali
legati al proprio lavoro di educatore, ai rapporti con l'utenza e con la
"cornice" lavorativa.
- un aiuto per superare un momento di impasse emotivo legato al proprio
lavoro.
- un momento in cui, con l'aiuto di un esperto, si può valutare il
proprio livello di burnout e stress lavorativo ed essere informati sui
possibili percorsi da intraprendere.
- uno spazio libero di ascolto e di catarsi.

mercoledì 1 febbraio 2017

NUOVO BLOG

Vi informiamo che da oggi sarà operativo il nostro nuovo blog https://educatoriuniticontroitagli.noblogs.org/ questo blog rimarrà aggiornato ancora per qualche giorno per rimane come archivio delle nostre lotte, campagne, feste, eventi ed informazione fatta dal 2011 ad oggi. Continueremo ad informarvi dal nostro nuovo Blog e come sempre dalla nostra pagina facebook e dalla nostra trasmissione "Signore e signori il welfare è sparito!". Stay tuned...

giovedì 26 gennaio 2017

Nostro pensiero per Nadia Pulvirenti

Nadia


Sei morta nel giorno in cui correva l’anniversario della morte di Giulio e a guardarli sui social network, oggi i vostri sorrisi si assomigliano tantissimo. La nostra meglio gioventù: le vostre immagini di ragazzi pieni di vita sono tutto ciò che c’è rimasto per sperare ancora in questo paese così ingrigito e stanco. Siete molto più vivi voi di tutti questi celebranti di messe riparatrici che sghignazzano perché potranno finalmente riempire le poltrone dei loro macabri talk show con il vostro sangue. Che mestiere farabutto il nostro, Nadia: ci si può anche morire, in un turno qualsiasi, tra le sedie di un refettorio all’ora di pranzo, a un quarto di secolo di vita appena scoccato. E tutti giù a scrivere che è morta una santa, una martire che dedicava il suo tempo ai più sfortunati, agli ultimi. Io no, io dico che non è morta una santa, ma una lavoratrice, una mia collega, un’operaia della cura, una funzionaria delle relazioni umane. Un mestiere impenetrabile il nostro, Nadia: la stragrande maggioranza di persone non lo concepisce neppure: quando ci va bene, questi pensano che siamo dei bravi ragazzi che fanno del bene al prossimo, una colonia di boy scout altruisti che formano la propria personalità in eterno donandosi agli altri. Nessuno che dice che per questo ci meriteremmo uno stipendio più decoroso, delle condizioni contrattuali più degne, una legislazione adeguata e non affidata alla contrattazione parlamentare tra i vari tutori dei diversi baronati universitari. Adesso tutti giù a scrivere che ci vogliono le telecamere nei luoghi dove lavoriamo, come se ci fosse differenza a essere filmati o no quando si muore, tutti a mettere in evidenza che quello era un marocchino, e tutti giù con i “sbattiamoli fuori questi bastardi”. Quanta banalità scorre nelle vene di chi guarda la vita passargli accanto senza viverla e commentandola soltanto. Mi piacerebbe che potessi rispondere tu a questi idioti dell’attimo dopo, a questi sciacalli delle disperazioni altrui, mi piacerebbe che fossi tu a mandarli tutti quanti affanculo. Ma tu ora stai in silenzio e io non so dove sei. Tocca a noi difendere il senso di ciò che facevi, di ciò che facciamo ogni giorno. Tocca a noi mantenere in vita il tuo sorriso Nadia, il tuo sorriso così simile a quello di Giulio.
Paolo Coceancig
Educatori Uniti Contro i Tagli - ReNOS


Link articolo: http://www.lastampa.it/2017/01/24/italia/cronache/omicidio-a-iseo-uccide-a-coltellate-una-volontaria-allinterno-di-una-struttura-protetta-4fGTqC9AnnRu0AaaqkBnHM/pagina.html

venerdì 20 gennaio 2017

Aperte prenotazioni "Sportello di ascolto psicologico per lavoratori del sociale".

E' attualmente operativo lo "Sportello di ascolto psicologico per lavoratori del sociale", costruito dagli Educatori Uniti Contro i Tagli insieme alla Dottoressa Serena Saggiomo.
Un piccolo primo passo per diffondere la cultura del benessere e della tutela psicologica di professioni emotivamente faticose, troppo spesso abbandonate a se' stesse.
Si accede ai colloqui prenotandosi al numero 3205739784.
Scrivendo all'email sportellodascoltoeucit@gmail.com
Lo sportello è gratuito ed è aperto da Gennaio 2017
tutti i Martedì presso gli spazi del TPO ( via Casarini 17/5) dalle 17.30 alle 21.30.



Cosa non è:
- Non è uno spazio di psicoterapia personale né uno spazio per "curare" dei disturbi.
- Non è un momento che sostituisce le supervisioni singole o di Equipe che dovrebbe offrirti la cooperativa.
Cosa può essere:

- uno spazio neutro e imparziale di riflessione sui vissuti personali legati al proprio lavoro di educatore, ai rapporti con l'utenza e con la "cornice" lavorativa.
- un aiuto per superare un momento di impasse emotivo legato al proprio lavoro.
- un momento in cui, con l'aiuto di un esperto, si può valutare il proprio livello di burnout e stress lavorativo ed essere informati sui possibili percorsi da intraprendere.
- uno spazio libero di ascolto e di catarsi.

Link audio per approfondimento: https://soundcloud.com/radiokairos/signore-e-signori-il-welfare-e-sparito-martedi-10-gennaio-2017

martedì 3 gennaio 2017

“SPORTELLO DI SOSTEGNO PER EDUCATORI”

Gentilissime/i tutte/i

alcuni mesi fa siamo stati contattati da Serena che, dopo averci conosciuto attraverso il web, ha voluto farci una proposta che nella sua semplicità abbiamo trovato molto stuzzicante. Pur essendo psicologa di formazione, Serena opera da anni  come educatrice in una cooperativa. Avendo visto nella sua realtà lavorativa molti colleghi andare in difficoltà sul piano psicologico per tutta una serie di questioni ben note a chi fa i nostri mestieri, e rilevata la necessità di aprire spazi di elaborazione per i  vissuti più faticosi, ha provato a proporre in giro l'attivazione di uno sportello d'ascolto senza mai averne a rimando una risposta positiva.    
Noi invece condividiamo questa necessità, per cui ben volentieri abbiamo accolto tale proposta. Il senso stesso della nostra esistenza come "Educatori uniti contro i tagli", tra l'altro è anche quello di proporsi come gruppo d'appoggio per i colleghi che vogliono attivare iniziative che in qualche modo sperimentino forme operative di cambiamento per chi pratica mestieri di cura dell'altro e dunque è soggetto a particolari forme di patalogie. 
Il burnout, per esempio, ormai da tempo è riconosciuto come sindrome da affaticamento lavorativo e malattia professionale peculiare del nostro settore, non di meno risulta ancora complesso individuarlo e riconoscerlo per prevenirlo. Non di rado la cosa ha delle ricadute a livello di sofferenza psicologica anche sulla propria vita personale.  Aggiungiamo inoltre che il taglio delle risorse non permette più alle cooperative di appartenenza di investire cifre importanti sulla prevenzione di tali disturbi in supervisioni, formazioni o altre opportunità del genere.  
Ecco dunque che, con la proposta di Serena, nel nostro piccolo proveremo a dare un punto di riferimento ai colleghi che riterranno di averne bisogno e, perché no, anche a cercare di fungere da stimolo per la diffusione di pratiche socializzanti tra chi opera nei nostri ambiti e rischia costantemente di scivolare nella faticosa condizione di "solitudine professionale". Cominceremo con un breve periodo sperimentale dove allo sportello ci sarà principalmente Serena, viste anche le sue competenze e la sua formazione professionale (http://www.psichebologna.it/), nel caso sarà necessario,  provvederemo in un secondo momento ad affiancarla con altre figure accredidate.  


Lo sportello è gratuito ed è aperto da Gennaio 2017
tutti i Martedì presso gli spazi del TPO ( via Casarini 17/5) dalle 17.30 alle 21.30.
Lo sportello, gestito da psicologi psicoterapeuti,
offre un percorso di massimo 5 colloqui di sostegno sul tema dello stress lavorativo correlato al ruolo di lavoratore del sociale.
Si accede ai colloqui prenotandosi al numero 3205739784– Dott.ssa Serena Saggiomo

SPORTELLO DI ASCOLTO PSICOLOGICO PER EDUCATORI

Cosa non è:

- Non è uno spazio di psicoterapia personale né uno spazio per "curare" dei disturbi.
- Non è un momento che sostituisce le supervisioni singole o di Equipe che dovrebbe offrirti la cooperativa.

Cosa può essere:

- uno spazio neutro e imparziale di riflessione sui vissuti personali legati al proprio lavoro di educatore, ai rapporti con l'utenza e con la "cornice" lavorativa.
- un aiuto per superare un momento di impasse emotivo legato al proprio lavoro.
- un momento in cui, con l'aiuto di un esperto, si può valutare il proprio livello di burnout e stress lavorativo ed essere informati sui possibili percorsi da intraprendere.
- uno spazio libero di ascolto e di catarsi.

sabato 31 dicembre 2016

BUON 2017

“Non esiste notte tanto lunga, da impedire al sole di risorgere.”
(Anonimo)

Abbiamo voglia di raccontarcela che il 31 dicembre è un giorno come un altro, che le ruote della vita girano ogni giorno uguali e che ogni giorno può esser quello buono per farci svoltare su strade fino al momento prima impensabili. Tutto vero, ma i numeri, le date convenzionali, esistono proprio per questo: per farci fermare a riflettere, fare dei bilanci, valutare il prima e pensare al dopo.  Dunque, fuori il 2016 e dentro il 2017. Quello passato avrebbe finalmente dovuto essere l’anno buono per una legge a tutela della nostra categoria. La bozza iniziale a firma Iori, certamente promettente, è stata come da prassi parlamentare saccheggiata da emendamenti che più che migliorare la proposta iniziale, hanno avuto l’unico scopo di assecondare gli interessi delle varie “botteghe” coinvolte. Nonostante l’evidente peggioramento (basti pensare al ripristino del nonsense dei due percorsi di studio), rimane condizione troppo importante per la categoria che quel che procedimento legislativo arrivi a buon termine. Eccolo dunque il primo fioretto per l’anno nuovo: scongelare il provvedimento che le dimissioni del governo hanno al momento accantonato in frigorifero. Vicino a questo ci mettiamo pure l’approvazione del contratto integrativo provinciale per i lavoratori della cooperazione sociale, l’avvio di una campagna per il riconoscimento di tutti i lavori di cura, compreso il nostro, tra le categorie dei lavori usuranti con l’acquisizione dei benefici annessi, l’inserimento in pianta stabile di clausole tese a evitare il minimo ribasso nelle gare d’appalto ecc. Potremmo continuare all’infinito, perché ciò che realmente al momento manca è la consapevolezza della posta in gioco, in altre parole di cosa possa implicare dal punto di vista culturale lo svilimento dei servizi sociali. Sembra quasi che ci sia rasseganti all’idea del welfare fai da te, rinunciando a priori a lottare per un diritto che dovrebbe essere considerato un bene comune irrinunciabile. Senza welfare una società è più incivile. Punto.
Ma ora bando ai proclami e via agli auguri: buon 2017 a tutte le colleghe e i colleghi sparsi nella penisola, alcuni impegnati con noi nella Rete Nazionale degli Operatori Sociali, a tutte le persone cui prestiamo i nostri servizi e ai loro cari, ai “compari”del TPO che da sempre ospitano le nostre iniziative, a chi ha percorso con noi pezzi di cammino e a chi li percorrerà in futuro. Brindiamo e festeggiamo pure stanotte, ce lo siamo meritati più di altri, consapevoli che da domani si ricomincia a lottare per una società più giusta e meno diseguale. Chiunque lo farà, sappia che potrà sempre contare sul nostro umile contributo.


Educatori contro i tagli-Renos

lunedì 12 dicembre 2016

Approfondimento su rinnovo contratto integrativo provinciale cooperative sociali Bologna

Stiamo seguendo le trattative per il rinnovo del contratto integrativo provinciale delle cooperative sociali a Bologna, unica provincia in regione dove non è stato trovato l’accordo tra le parti sindacali e le rappresentanze delle cooperative sociali. Nella nostra trasmissione “Sig.re e sig.ri il welfare è sparito!” abbiamo sentito ambo le parti per comprendere meglio le posizioni dei sindacati e delle cooperative sociali. Potete ascoltare Maurizio Serra della Cgil Bologna e Simone Fabbri di Legacoop sociali Bologna. Vi terremo aggiornati sugli eventuali sviluppi della trattativa.





martedì 22 novembre 2016

"FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO - NO CUT PARTY 8" SABATO 10 DICEMBRE DALLE 20:00 AL TPO BOLOGNA.

Gli Educatori Uniti Contro i Tagli presentano la Festa dell'Orgoglio Educativo, iniziativa di auto finanziamento per sostenere le nostre campagne, eventi, programma radio, libera informazione sul mondo del sociale e lotte. Cinque anni di presenza sul territorio per difendere diritti, reddito, lavoro e dignità professionale e ancora una volta chiediamo il vostro sostegno e contributo. Vi aspettiamo numerosi. Programma della serata:

Dalle 20:00 Aperitivo-cena con "Mucchio Selvaggio" e suoi ciacci e tigelle dall'Appennino.

- Musica ed integrazione: live acustico "Alpha Band"

- Presentazione "Sportello ascolto psicologico lavoratori/trici del sociale curato dalla Dott.ssa Serena Saggiomo.

- Breve presentazione Coordinamento Educatori Uniti Contro i Tagli - ReNOS

- Dalle 22:30 LIVE con ETNIA SUPERSANTOS E NICO ROYALE
a seguire Dj SET con Dj Rox (Etno, Ska, Reggae e Rock selection)

INGRESSO 3 EURO

Evento facebook: https://www.facebook.com/events/1705821706401992/?active_tab=about




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"FESTA DELL'ORGOGLIO EDUCATIVO", gli Educatori Uniti Contro i Tagli presentano lo "Sportello ascolto psicologico lavoratori/trici del sociale" curato dalla Dott.ssa Serena Saggiomo.
SPORTELLO DI SOSTEGNO PER EDUCATORI
Perche’
Il lavoro di educatore (in qualunque servizio venga prestato) porta inevitabilmente ad entrare in contatto con realta’ difficili che molto spesso non vengono metabolizzate correttamente e, se non affrontate in modo adeguato e con il giusto sostegno, possono essere causa di stress e conflitti nell’operatore.
Le peculiarita’ delle professioni di aiuto, la specifica difficolta’ dell’utenza e la caratteristica spesso precaria e instabile del lavoro di educatore possono facilmente creare vissuti di insicurezza, stress e disagio nel lavoratore con conseguenze che possono spaziare da disturbi psicosomatici a vissuti di ansia generalizzati, e un senso di impotenza.
Il burnout è generalmente definito come “sindrome di esaurimento emotivo, di depersonalizzazione e derealizzazione personale, che può manifestarsi in tutte quelle professioni con implicazioni relazionali molto accentuate”.
Tale problematica viene spesso pero’ sottovalutata sia dalla “dirigenza” (che finisce per abituarsi ad un continuo “turnover” dei lavoratori con relativi costi e disagi per l’utenza) che dagli educatori stessi, che finiscono per percepire il loro malessere come “inadeguatezza al ruolo” o che finiscono per soffrire di disturbi anche fisici, legati a stress e sovraccarico di lavoro.
La presenza di uno sportello di sostegno psicologico puo’ rappresentare un modo per raccogliere dati (in forma rigorosamente anonima) su che proporzioni ha raggiunto questo fenomeno nella citta’ di Bologna, un tempo famosa per il suo modello di Welfare, e per sostenere il singolo educatore, aiutarlo a prendere coscienza del problema e consigliargli percorsi adatti, volti soprattutto a costruire una cultura del benessere nel lavoratore.
Come
Lo sportello e’ aperto un pomeriggio a settimana e offre un Massimo di 5 colloqui a persona ed e’ gestito da una psicologa-psicoterapeuta di orientamento psicodinamico.
Ai colloqui si accede gratuitamente tramite prenotazione telefonica e ogni colloquio dura circa 45 minuti.
Il colloquio (protetto dal segreto professionale) ruotera’ attorno alle necessita’ dell’educatore e avra’ come finalita’:
- Ascoltare in uno spazio neutro e libero il disagio che il lavoratore porta, e riflettere con lui sulle sue possibili origini, in modo da prevenire manifestazioni come acting out o somatizzazioni.
- Promuovere una cultura del benessere psicologico del lavoratore che puo’ diventare motore di una richiesta concreta da parte degli educatori di maggiori politiche di sostegno lavorativo.
- Rilevare e monitorare alcuni indicatori di rischio in determinati servizi, dovuti anche ad una carenza di attenzione psicologica nei confronti del lavoratore.

Ulteriori dettagli vi saranno dati durante la presentazione, vi aspettiamo!
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Sabato 10 dicembre "Festa dell'orgoglio educativo", aperitivo con ALFA BAND "Musica ed integrazione":
ALFABAND
La storia di Alfaband inizia dall’incontro con Alfredo Albertan Min, alla scuola popolare di musica Ivan Illich di Bologna, quando i suoi genitori lo iscrivono alle lezioni individuali di batteria. Alfredo soffre della sindrome della X-fragile, una malformazione genetica del cromosoma X. All'epoca, nove anni di età, la musica era uno dei percorsi tramite i quali i suoi genitori hanno cercato di offrirgli un’opportunità per esprimersi. Alfredo non era interessato ad un apprendimento delle tecniche, ma voleva interagire utilizzando un linguaggio improvvisativo, di puro sfogo catartico, su piatti e tamburi. Provammo poi a coinvolgere anche altri allievi, per arricchire questa interazione, con l'intera classe di batteria, con l'immediato risultato di vedere molta più energia e motivazione da parte di Alfredo, che coinvolgeva quindi tutti gli altri. Alfredo cominciava così a raccontare agli amici e compagni di scuola di suonare in un gruppo. Questo ci diede l’idea di provare a formare, negli anni successivi, non più una classe di batterie, ma un vero gruppo di strumenti eterogenei, coinvolgendo volontari tra gli allievi e gli insegnanti della scuola stessa. In queste occasioni Alfredo ha dimostrato di essere in grado di esprimersi musicalmente anche con il pianoforte e con la voce. L'organico cambiava a seconda delle disponibilità dei volontari, fino a quando abbiamo deciso di formare un gruppo al di fuori della realtà di ‘scuola’ e abbiamo consolidato il gruppo ad un quartetto, formato da Alfredo, alla batteria, pianoforte, voce e percussioni; Emiliano Visconti, chitarra; Marco Venturi, pianoforte e Mario Martignoni, batteria e percussioni. Insieme abbiamo deciso il nome del gruppo, un nome obbligato, visto che Alfa è il diminutivo abituale di Alfredo. Va aggiunto che tutto il percorso effettuato in questi anni non è assolutamente né didattico né terapeutico. I rapporti che si sono creati sono di scambio, perchè se da un lato i “musicisti” che ne hanno fatto parte hanno portato il loro bagaglio tecnico e di esperienza del linguaggio musicale, dall'altro lato l'espressività, le dinamiche, la spontaneità, portate da Alfredo, hanno arricchito in maniera del tutto particolare l'organico. Consideriamo anche che tutti i brani prodotti partono sempre da una idea di Alfredo che viene poi elaborata da tutti. Un primo repertorio fu creato dagli avvicendamenti di Alfa ai vari strumenti che lo interessavano, con la conseguente attribuzione dei titoli ai brani. Un altro progetto, sempre su proposta di Alfa, è stata la sonorizzazione del video-documentario delle grotte di Frasassi. Negli ultimi tempi la scrittura dei testi e la loro interpretazione è diventata la forma che esprime meglio la creatività di Alfredo, e il suo ruolo di vocalist è diventato decisamente preponderante. In seguito ci sono stati ulteriori avvicendamenti nel gruppo, che ora presenta questa formazione: Alfredo Albertan Min: voce, testi; Daniele Calandra: chitarra; Marco Venturi: tastiere; Pierpaolo Vicinelli: basso; Mario Martignoni: batteria.
Come conclusione possiamo affermare che situazioni come Alfaband possono risultare terapeutiche, ma altrernando i ruoli di ‘terapeuta’ e ‘fruitore’.
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ETNIA SUPERSANTOS ALLA “FESTA DELL’ORGOGLIO EDUCATIVO” SABATO 10 DICEMBRE AL TPO
A NON-BIOGRAFIA ETNIA SUPERSANTOS.
Il discorso musicale avviato dai grandi autori italiani alla fine degli anni ’70 e proseguito negli anni ’80, quella canzone che aveva rotto gli argini della definizione di genere, è rientrata nei ranghi.
Ispirati da quella stagione musicale, i supersantos riavviano i lavori, modernizzando e facendo proprio quello spirito d’avventura. E’ una musica cordiale, frizzante, condita qua e la con qualche battuta di spirito, che fa della semplicità la sua cifra stilistica. Un itinerario artistico senza gravità, molto sincopato e fatto col groove. Il suono dei Supersantos è una commistione di folk, pop, blues, dance anni 80, reggae, rocksteady e swing che converge in un'unica direzione: La Canzone, La Canzonetta, La Canzonaccia, La Canzonissima, La Canzonata... Le melodie e le parole scritte da Bruno Damiani lottano nel tentativo di avvicinare tematiche sociali, disimpegno e poesia ad una genuina spensieratezza sonora. La sua missione è quella di amalgamare testi e sonorità, di scovare armonie e ritornelli. Il collante che tiene assieme tutti questi elementi apparentemente inconciliabili è l’idea, il suono musicale della band la personalità. I supersantos si autodefiniscono “avventurieri della musica”. La lunga gavetta ha permesso alla band di esibirsi nelle situazioni più diverse, dai locali alle manifestazioni di tutta Italia, di vincere premi e ricevere riconoscimenti. La forte attitudine comunicativa della band si tramuta in spettacoli solari, in una miscela di ritmo ed ironia con una buona risposta di pubblico. Nel 2009 vincono il premio di booking messo in palio dall’ etichetta indipendente “La fabbrica” nella finale emiliano-romagnola di Martelive. Nel luglio dello stesso anno, dopo diverse demo, registrano il loro primo vero disco "Arlecchino Cinema" negli studi Adesiva Discografica di Milano con la direzione artistica di Paolo Iafelice (De Andrè, Capossela, Silvestri, Pacifico...). Nel 2011 presso i giardini sonori di Piacenza registrano l'inedito " Io la frikkettona e il rakkettone",
mixato da Cristiano Sanseri, presente nell' Emilia Romagna Indie compilation. Nello stesso anno esce il singolo "Radio Radio Radio" con la partecipazione di Gianluigi Carlone (Banda Osiris, registrato negli studi di Adesiva discografica da Paolo Iafelice ), seguito dal videoclip che anticipa l'uscita del nuovo album. Dopo un freddo inverno passato tra sale prove, studi e case chiuse esce il 19 giugno 2012 il secondo album in studio a Milano "L' abominevole uomo delle fogne"Arricchiscono il lavoro strumentisti d’eccezione come Gianluigi Carlone (Banda Osiris), Francesco Giorgi (Trio Radio Marelli), Gianni Masci (Jolaurlo), Gaetano Santoro (Roy Paci, Aretuska) e Roberto Solimando (Musici). Il disco viene promosso da Puglia Sound e Adesiva Discografica e, seguito da un tour che in ottobre dello stesso anno porterà la band addirittura fino a Sarajevo nella ricerca di questo abominevole uomo, forse anello mancante dell'evoluzione darwiniana o, forse unico elemento comune di ogni essere umano?...continua...
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Biografia

NICO ROYALE


All' anagrafe Nicola Boreali, è uno degli artisti più interessanti della scena reggae e dancehall italiana. Con il suo stile melodico ma allo stesso tempo esplosivo si esprime su ogni tipo di sonorità dal roots al dub, dalla dancehall all'hip hop. 

Dopo i primi anni come batterista nel gruppo punk Twine Baskets si innamora del reggae ed inizia la sua carriera come mc nella Casalypso Big Family Crew, fondata nei primi anni 2000.

Nello stesso periodo registra i primi singoli assieme a Mickey Tuff di Forward the Bass Hi-Fi e assume il nome di Nico Royale, mentre è chitarrista e voce della band reggae bolognese Baba Sound.

Nel 2003 partecipa come attore a «Quanti siamo Quelli che siamo», film di Enza Negroni sugli ultrà bolognesi, interpretanto il ruolo di "Sandrino", storico ultrà rosso-blu.

Nel 2005 si trasferisce e vive per un anno a Città del Messico dove entra in contatto con la scena locale esibendosi in Messico, Panama e Cuba. Collabora con molti artisti centro e sud americani fra cui El Aaron (Mex), Boca Floja (Mex), Ness Y Los Sensacionales (Panama)

Tornato in Italia incide prima un demo omonimo nel 2006 e poi, nel 2009, il primo cd ufficiale dal titolo "Singa" prodotto dall' etichetta ed associazione culturale "Montagna di Suono" con il supporto del progetto B-Dub (Matteo Magni e Marco Fioretti)

La title track "Singa" verrà stampata su un vinile 45 giri dall' etichetta Segnale Digitale.

Negli anni successivi gira in lungo e largo la penisola assieme a uno dei pioneri del reggae italiano, Markone, del gruppo Bombabomba membro di B-dub e con il quale, da quel momento in avanti condividerà molti concerti, produzioni ed esperienze.

L'incessante attività live trova riscontro ovunque, anche oltre confine (Spagna, Svizzera, Repubblica Ceca, Slovacchia, Francia, Germania, Portogallo, Inghilterra) tanto che nel 2010 ritorna in Messico per un tour di 10 date sold out assieme al collettivo Bungalo Dub.

Sempre nel 2010 inizia ad esibirsi e a collaborare con la Dangerous band, backing band formata da alcuni dei migliori musicisti reggae italiani.

Dopo il disco d'esordio "Singa" (Montagna di Suono 2009) realizza numerosi singoli prodotti da etichette italiane ed internazionali come Bizzarri Records, Greezly production, Nite Lite, Supersonic Sound, Dasvibes jamaica, Germaica Records, Shastri Music, Dreadsquad e altre ancora.

Nel 2014 esce il suo secondo album "Illegale". L' album viene definito dallo stesso artista "pirata" in quanto frutto della collaborazione con Rap Pirata, etichetta fondata dal rapper Inoki.

Nel 2015 il collettivo basco "Revolutionary Brothers" pubblica il suo secondo 45 giri: Sing With My Heart.

Nello stesso anno firma per l' etichetta torinese Trumen Records.

Il 20 maggio del 2016 esce "Ghetto Stradivari", il terzo album ufficiale, assieme al nuovo video "Vorrei", girato tra luoghi suggestivi e abbandonati a Bologna e Livorno. L'album in poche ore arriva al secondo posto della classifica reggae di Itunes italia. 

#GhettoStradivari
> ascoltalo su SPOTIFY: http://spoti.fi/1XrkzTW
> compralo su ITUNES: smarturl.it/ghetto_iTunes


SINGA (2009): http://www.rockit.it/nicoroyale/album/singa/11206

ILLEGALE (2014): http://www.rockit.it/nicoroyale/album/illegale/25533