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venerdì 25 marzo 2011

AVVISO IMPORTANTE PER EDUCATORI ED EDUCATRICI DEL DISTRETTO DI CASALECCHIO:

Bologna, 16 marzo 2011
Prot. 0376/S
Spett.li
Cooperative:
ATTIVITA' SOCIALI
GECO
LIBERTAS
LA RUPE
NUOVA SANITA’
COOPAPS
CSAPSA
CONSORZIO E.P.T.A.

dei lavoratori e lavoratrici
dipendenti e soci delle Cooperative in indirizzo

Oggetto: richiesta di assemblea retribuita.


Le sciventi OO.SS. FP-CGIL CISL-FP USB comunicano che è convocata una

ASSEMBLEA RETRIBUITA
VENERDI' 25 MARZO 2011
dalle ore 17 alle ore 19
presso
il Centro Sociale GARIBALDI – CASALECCHIO DI RENO
Via Dell'Esperanto n. 20
( fra il Comune e il Cimitero, vicino alle Poste di Via U. Bassi)

con O.d.G.:

1) Esito incontro del 18 marzo e valutazione delle eventuali iniziative da intraprendere;
2) varie ed eventuali.

Distinti saluti.

FP CGIL FP CISL USB
Annamaria Margutti Licia Di Mase Mariarosa Di Marco


Di seguito pubblichiamo nostro articolo uscito ieri:


(Pubblicato su "Lotte" del 24/03/2011)
Gli attori di questa lotta sono nove sindaci di centro sinistra che vogliono far quadrare i loro bilanci dopo la riduzione delle risorse trasferite dallo Stato ai comuni, alcune centinaia di educatori che decidono di difendere non solo il proprio lavoro ma anche il welfare di un territorio con 90.000 abitanti e migliaia di utenti fra disabili, minori a rischio e anziani.
Il governo blocca il Fondo nazionale non autosufficienza, dimezza quello per le politiche sociali, dal 2008 questo esecutivo ha ridotto del 78% le risorse per il welfare comunale.
A Casalecchio sono 1,4 milioni di euro, 30.000 ore lavorative: questa è la cifra che ASC InSieme, l’azienda pubblica che gestisce questi servizi per conto dei comuni vuole tagliare già a gennaio, facendola cadere tutta quanta sulla testa delle centinaia di operatori delle cooperative sociali che lavorano sugli appalti nei servizi sociali del distretto di Casalecchio di Reno da almeno 20 anni.
Alcuni servizi, come gli interventi educativi sui minori diversamente abili all’interno delle scuole, verrebbero tagliati del 15-20%, privando di ore di assistenza studenti per i quali a volte la presenza dell’educatrice è lo strumento di comunicazione principale con la classe e con gli insegnanti.
Migliaia di ore da tagliare anche sui servizi di prevenzione e sugli interventi di monitoraggio sulla devianza e sull’aggregazione giovanile che avviene in strada. Viene quasi spontaneo pensare che niente possa preparare meglio il terreno a politiche securitarie.
Attenzione: stiamo parlando dello stesso centro sinistra che fra meno di due mesi, con la stessa formula politica e le stesse risorse da governare, si presenterà al voto a Bologna, a pochi chilometri da qui.

L’impresa che come educatori siamo riusciti a creare è stata quella di riuscire a mettere insieme l’azione sindacale con forme di auto organizzazione e coordinamento con le famiglie dell’utenza. Attraverso i nostri delegati e le assemblee abbiamo ottenuto la proclamazione dello stato d’agitazione da parte di CGIL e USB, abbiamo volantinato in tutti i territori, presidiato i Comuni durante le trattative.
Il 5 marzo, di sabato, oltre 500 operatori, genitori, utenti e insegnanti hanno attraversato Casalecchio di Reno con un corteo inedito che è terminato davanti al Municipio.
Negli stessi giorni i sindaci si sono trasformati in una fabbrica di idee: hanno trovato il 5 per mille per coprire un po’ di tagli, qualcuno si offre di creare un fondo con le banche, il taglio di 18.000 ore sui servizi scolastici sarà spostato da marzo a settembre, sono spuntati 60.000 euro per coprire una parte delle ore sulla prevenzione e forse anche 700.000 euro inutilizzati del Fondo non autosufficienza.
Ancora una volta la lotta paga.
Nonostante questo ASC InSieme propone di far partire comunque una piccola decurtazione di servizi da aprile, soprattutto sugli interventi di prevenzione.
Politicamente è la cosa più semplice: si tratta di colpire quelle famiglie e quei minori che non scenderanno mai in piazza a mostrare delle disabilità che “bucano lo schermo”, sono ragazzi a volte segnalati per episodi di microcriminalità, spesso migranti. Tagliare sulla prevenzione non vuol dire risparmiare, quando inserire un minore in un Gruppo Appartamento costa dai 120 ai 130 euro giornalieri, fino ai 300 euro giornalieri nei carceri minorili.
Abbiamo chiesto ai sindacati una cosa ben precisa dalla quale non abbiamo intenzione di muoverci: neanche mezz’ora di taglio, convocate al più presto uno sciopero se rimane in piedi un ipotesi anche minima di decurtazione di servizi.
Siamo riusciti a capovolgere una dinamica che in questi anni aveva impedito agli operatori sociali di diventare attori sindacali e politici a pieno titolo: nessuno di noi ha più paura dello sciopero perché teme di “danneggiare” l’utente. Lo sciopero e la mobilitazione sono invece l’unico modo per difendere i diritti, i nostri e quelli delle persone con cui lavoriamo.

Simone Raffaelli

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