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venerdì 12 agosto 2011

POSTIAMO LETTERA DELL'ASSEMBLEA DEI SOCI DELLA COOP. GECO:

                                                                                                                   



Alla cortese attenzione dei Presidenti delle cooperative

E p.c. Legacoop, Confcooperative, Organizzazioni Sindacali



Siamo lavoratori di una cooperativa che provengono da esperienze di fuoriuscita dalle due  cooperative sociali di appartenenza,  Apad e Nuova Sanità.
Il nostro convergere in Geco ci è stato presentato all'epoca come l'unica via d'uscita da situazioni che, seppur differenti per la storia delle due diverse organizzazioni, avevano in comune il costituirsi in una nuova cooperativa  come ultima opportunità per 'salvare' posti di lavoro e Servizi.
L'attuale triste epilogo dell'esperienza di Geco ci fa chiedere che, a tutela della qualità del nostro lavoro e dei Servizi in cui siamo impegnati, il futuro che andiamo a costruire non sia una replica di queste fallimentari esperienze.
Siamo operatori impegnati, in vari ambiti, nella relazione d'aiuto alle fasce più deboli e per garantire la qualità dei nostri interventi abbiamo bisogno di avere garantito un livello di sicurezza minimo che ci permetta di svolgere il nostro lavoro senza il timore di incorrere a breve in un ulteriore “naufragio”.
Perciò chiediamo di essere assorbiti in modo compatto in un'organizzazione cooperativa che abbia requisiti di solidità economica e politica, tale da non esporci, in pochi mesi a una situazione analoga a quella in cui ci troviamo oggi, in una cooperativa che, oltre a queste caratteristiche di solidità abbia quella di ispirarsi realmente a principi di solidarietà e di promozione dei diritti delle fasce più deboli.
Queste richieste possono apparire ideologiche o pretenziose per chi dovrebbe pensare solo a uscire prima possibile da una situazione di rischio del proprio stipendio e del proprio posto di lavoro: è vero, queste condizioni materiali ci pesano da mesi e desideriamo risolverle quanto prima, ma non per questo intendiamo abdicare alla nostra dignità di lavoratori e di cooperatori che hanno creduto in un progetto cooperativo nuovo, naufragato per responsabilità altrui e delle quali rimaniamo comunque impegnati a chiedere conto.
Auspichiamo che non si scateni, sulla spartizione dei Servizi che gestiamo, una lotta tra poveri o un cannibalismo avido di fatturato, ma che i rappresentanti delle cooperative che partecipano a questo tavolo si interroghino sull'effettiva possibilità e capacità delle loro organizzazioni di garantire ai lavoratori che andranno ad assorbire il rispetto della qualità del loro lavoro, sia a livello di inquadramento economico che di prospettive future.
Invitiamo chi ha la possibilità di garantire tutto questo a fare un passo avanti e a chi non ce l'ha di cedergli il passo.
Siamo consapevoli che l'attuale condizione critica della cooperazione sociale coinvolge trasversalmente sia le piccole che le grandi organizzazioni, ugualmente riteniamo che il rilancio di questo o di un nuovo sistema, non possa avvenire che sulla base dei principi a cui la cooperazione si è ispirata, primo tra tutti quello della solidarietà, una solidarietà reale e non dichiarata per i propri fini aziendali.  



Assemblea dei Soci della coop Geco

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