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giovedì 22 settembre 2011

PUBBLICHIAMO LETTERA PER LEGACOOP DA PARTE DEGLI "EDUCATORI UNITI" CONTRO I TAGLI




c.a. Gianpiero Calzolari - Presidente                                                
        Ethel Frasinetti - Direttrice                                                         
        Ethel Frasinetti - Direttore Legacoop                                        
        Matteo Lepore - Responsabile Area Sviluppo Territoriale        
        Doriana Ballotti - Responsabile Area Welfare                          

Siamo educatrici ed educatori di Bologna e provincia. Siamo soci-lavoratori di cooperative sociali associate alla Legacoop, ad AGCI e alle Confcooperative, ma siamo anche operatori che cercano di difendere il più possibile la dignità della propria categoria, ovvero quella dell'educatore/trice professionale. E ci sentiamo soli nella difesa della nostra professionalità, poiché vi sono sistemi di imprese cooperative in ambito socio-sanitario che tendono a distruggere i valori stessi della nostra professione.

Come voi, anche noi crediamo nei valori della cooperazione quando vengono promossi da azioni di vera solidarietà e reciprocità. Siamo inoltre convinti che la cooperazione possa contrastare modelli economici di tipo liberista, contribuendo in modo sostanziale a far fronte all'attuale crisi economica mondiale.
Purtroppo oggi invece ci troviamo di fronte ad una serie di avvenimenti scoraggianti e contrari ai principi originari delle imprese cooperative, quelli cioè di agire in modo democratico verso i propri soci-lavoratorie/rici.

Dopo le vicende dolorose delle socie e dei soci della Coop Geco, siamo a conoscenza dell'intenzione della Cooperativa Società Dolce di inquadrare i propri educatori professionali ad un livello contrattuale più basso (B1 – Assistente all'infanzia non formato), quando questi soci e socie sono educatori ed educatrici professionali e svolgono un'attività nel settore socio-educativo con inquadramento pari al livello D1 e D2.

Perché?

Perché la Legacoop non contrasta questi modelli economici che voltano le spalle ai più elementari principi che dovrebbero sorreggere la cooperazione sociale?

Come è possibile che all’interno della stessa organizzazione convivano imprese che scimmiottano modelli competitivi e imprese che adottano modelli fondati sui valori di solidarietà e di mutualità?

La Legacoop non dovrebbe vigilare nel rispetto di questi valori?

E se questi non vengono rispettati quali strumenti di pressione potrebbe adottare?
E infine, anche voi condividete la gestione attuale delle gare d'appalto (i cosiddetti "spezzatini") dove, per ridurre i costi, si attuano passaggi coatti di inquadramenti  a svantaggio degli educatori? Se no, perché non intervenite a tutela della dignità dei vostri associati?

Ci piacerebbe ricevere risposta a queste domande, pensiamo che ciò, oltre ad essere opportuno, potrebbe aprire una fase nuova nelle relazioni tra Legacoop e i soci delle imprese associate.


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Educatrici ed educatori contro i tagli

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