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venerdì 23 dicembre 2011

POSTIAMO NOSTRO COMUNICATO RIGUARDO IL RINNOVO DEL CCNL COOPERATIVE SOCIALI

Contratto Nazionale 2010-12: Vota NO!!!



Venerdì scorso è stata firmata l’ipotesi d’accordo sul CCNL delle Cooperative sociali tra CGIL; CISL e UIL , Legacoop, Confcooperative, AGCI e Federsolidarietà.
Un contratto che è scaduto alla fine del 2009 e che vede i lavoratori del settore, già duramente provati dalla crisi, dai tagli nazionali e locali, privi ormai da due anni di un qualsivoglia aumento contrattuale degno di questo nome.
La strategia che ha portato alla firma di venerdì scorso è stata una non-strategia.
In un confronto durato due anni non c’è stato nessun serio tentativo di mettere in difficoltà le organizzazioni cooperative, a parte qualche sporadico presidio, mentre CGIL ha deciso di sacrificare all’altare dell’unità sindacale ogni velleità conflittuale.
Questo accordo è infatti l’applicazione concreta della linea di Cisl e Uil sulla contrattazione.
E’ la linea del “quieto vivere” non solo con le cooperative, ma anche con gli enti locali che dovranno rispettare (sempre che lo facciano) quelle tabelle nella costruzione delle gare d’appalto. 

Viene proposto un aumento di 70 euro (lordi, ovviamente), che non viene erogato in un'unica soluzione, ma in tre tranches:
euro 30 dal 1 gennaio 2012 al livello CI
euro 20 dal 1 ottobre 2012 al livello CI
euro 20 dal 1 marzo 2013 al livello CI 

L’ultima tranche, massima ironia, arriverà a contratto scaduto….sicuramente un incoraggiamento a rinnovare l’accordo con la massima rapidità.
Tra le altre cose, non viene riconosciuto neanche un euro di arretrati per quanto riguarda i due anni persi dalla scadenza dell’ultimo Ccnl.



Apprendistato



La grande novità del Ccnl 2010-12 è l’introduzione dell’apprendistato formativo.
Come si sa il contratto di apprendistato, normato dal Dlgs 276/2003, non era stato fino ad applicato nelle cooperative sociali.
Si tratta di un aspetto che interesserà tutti i livelli, dalla A alla E, prevedendo retribuzioni tra l’85% e il 90% del salario pieno della qualifica da conseguire.
Si consente alle aziende di assumere un numero di apprendisti che può arrivare a un numero pari all’80% del resto dei dipendenti della cooperativa stessa.
E’ un passaggio pericolosissimo, che metterà le cooperative in condizione di prendere in apprendistato educatori o pedagogisti neolaureati, fino all’età di 29 anni, laddove fino ad ora queste figure venivano assunti a tempo indeterminato per le stesse mansioni. 
Incidentalmente, vale la pena ricordare che si parla delle stesse figure professionali che, nel quadro del percorso di studi, devono fare un tirocinio formativo di 400 ore, non retribuito.
Come se non bastasse, ora non si riconosce più a quel tirocinio e a quella laurea un valore abilitante, che può essere dato solo dall'apprendistato.
Inoltre il periodo di apprendistato non è considerato utile ai fini della maturazione dell’anzianità, per cui il lasso temporale (fino a 36 mesi per le mansioni più qualificate) non è conteggiato all’interno degli scatti.
C'è un modo più subdolo per risparmiare sul costo del lavoro?



Sanità integrativa



All’interno dell’ipotesi di accordo è anche previsto un contributo di 5 euro che ogni cooperativa dovrà versare a fondi privati per l’assistenza sanitaria integrativa.
Si sottolinea che questo fondo non è sostitutivo ma integrativo, ma secondo noi è sbagliato il principio stesso.
Quella degli enti bilaterali e dei fondi integrativi è il cavallo di battaglia di diverse organizzazioni sindacali, a partire dalla Cisl, che hanno una visione del sindacato come un erogatore di servizi e di tutela.
Perché andare a rafforzare questo sistema di potere, che travisa il ruolo del sindacato, invece di versare quei soldi direttamente in tasca agli operatori?



L’applicazione del contratto



Al pt.2, art.76 si prevede la possibilità di ricorrere a percorsi di “gradualità concordata” dalle parti per quanto riguarda l’applicazione del Ccnl.
Attenzione, perché stiamo parlando di un settore che pochi anni fa è riuscito ad emergere dal salario medio convenzionale e ora rischia di finire di nuovo nella gabbia del lavoro “a sovranità limitata”.
Certo, ci verrà spiegato che questo passaggio serve ad esercitare una funzione di controllo nei confronti delle cooperative, per evitare che la non applicazione sia unilaterale e non concordata.
Verrà anche sottolineato che le regioni in cui il contratto viene effettivamente applicato sono quelle del centro- nord, mentre nel resto del paese si lavora sulla base dei regolamenti interni delle cooperative.
Ma perché fare una concessione del genere sul Ccnl, aprendo al piano inclinato delle richieste di gradualità, sdoganando il principio della derogabilità della parte economica del contratto a partire dalla seconda tranche?
Il rischio non è conferire l’assoluzione preventiva non solo alle cooperative, ma a decine di Ausl, ex IPAB, enti locali che stanno decidendo di mettere la tenuta dei servizi sociali in appalto in fondo alla lista delle priorità?
Com’è possibile in un comparto come il Terzo settore resistere alla morsa del volontariato e dell’associazionismo se si accetta il principio della applicazione graduale? 

Nel mese di gennaio si terranno assemblee consultive nei luoghi di lavoro.

Il nostro invito è quello di andare a votare no.

Vogliamo un contratto senza apprendistato, in cui siano riconosciuti realmente professionalità e titolo di studio.

Vogliamo un contratto che ci permetta di sopravvivere.

Vogliamo un contratto che non sia un regalo alle esigenze di bilancio delle amministrazioni locali e del mondo cooperativo.



Educatori ed educatrici contro i tagli












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