Visualizzazioni totali

mercoledì 29 aprile 2015

POSTIAMO LETTERA DEL COLLETTIVO EDUCATORI DEL "NAVILE" AL COMUNE DI BOLOGNA:

Bologna, 30 aprile 2015                                                                              
                                                                                              Spettabile
                                                                                              Comune di Bologna

Alla c.a. Gent.ma/o...

Oggetto: Ridistribuzione oraria del personale educativo dei servizi di integrazione scolastica.

Gent.mo/a ….,
Con la presente vorremmo mettere in evidenza il rapporto insufficiente tra la quantità e la qualità del servizio prestato dall’educatore nei servizi scolastici, in merito ad un ricalibro delle ore non frontali (programmazione, preparazione materiale, supervisione, riunioni equipe lavoro).
L’efficacia dell’intervento educativo dipende necessariamente dal rapporto tra quantità e qualità delle ore di servizio.  Un monte ore sbilanciato soltanto verso la quantità dell’intervento, senza un corrispettivo adeguato di ore di programmazione (Trisciuzzi 2001), porta l’operatore ad attuare delle modalità educative fragili che si allontanano necessariamente dalla qualità dell’intervento sostenuta dalle parti in causa Famiglia, Scuola, Comune. Osservazione e programmazione settimanale sono infatti elementi necessari per poter intervenire, soprattutto per quello che riguarda l'ambito della pedagogia speciale.  Inoltre, altro aspetto non meno importante è il rischio della sindrome di Burnout (Christina Maslach 1997), un processo stressogeno che colpisce chi esercita professioni d’aiuto. Un sovraccarico del lavoro, un carico emotivo troppo elevato, un senso di impotenza del lavoratore nel controllare le risorse necessarie per svolgere il proprio intervento, la percezione di ricevere un riconoscimento inadeguato per il proprio servizio, tutti questi fattori determinano un calo nelle prestazioni e di conseguenza nella qualità del servizio a discapito dell’alunno e dei tre soggetti interessati la Famiglia, la Scuola, e il Comune.

Prendiamo il caso di un monte ore lavorativo settimanale da 40 ore su quattro utenti (intervento frontale): 8 di queste 40 ore dovrebbero essere esclusivamente dedicate alla programmazione (ore non frontali), in maniera tale da calibrare accuratamente l’intervento educativo spostando l'attenzione dalla quantità alla qualità del servizio. Ciò comporterebbe un sostanziale miglioramento producendo nel medio - lungo termine un feedback positivo sull’utente grazie alla possibilità di produrre “stati di esperienza ottimale” (Csikszentmihalyi 1990), visto che gli obiettivi da raggiungere sono sempre calibrati sulle possibilità di crescita dell’utente.
Le ore settimanali di intervento non frontale andrebbero così ripartite: 2 ore di programmazione e preparazione del materiale e delle attività per ogni alunno (quindi 8 in totale) e 2 ore mensili dedicate a riunioni di equipe con la referente scolastica e con il docente di sostegno.

Esempio monte ore da 40 ore:
32 ore settimanali su 4 utenti più 8 ore non frontali suddivise in 8 ore programmazione e preparazione materiale, 2 ore riunione di equipe su luogo di lavoro.

A queste ore andrebbero aggiunti gli incontri trimestrali (che verranno richiesti alle singole Cooperative) di supervisione psicologica per gli operatori.
Consapevoli delle condizioni sociali in cui viviamo, certi della professionalità e dell’esperienza nel sociale che hanno sempre contraddistinto la regione Emilia Romagna e in particolar modo la città di Bologna, vi chiediamo un riscontro in merito a questa comunicazione.

Il Collettivo Educatori del “Navile”




Nessun commento:

Posta un commento